“Il
navigatore italiano è appena approdato nel nuovo mondo.”
Con
queste parole il 2 dicembre del 1942 viene annunciato per telefono
l'innesco della prima reazione nucleare controllata da parte dello
scienziato Enrico Fermi.
Avrei
voluto utilizzare questa metafora pure io come introduzione a ciò
che segue. E avrei potuto. Certo italiano l'avrei sostituito con
Valdostano ma per il resto sarebbe stata funzionale. Perché ciò che
ho scoperto nell'arco degli ultimi anni meriterebbe la stessa enfasi
dialettica e anche di più. Ma è la mente estranea, è il cadavere
del mio Ego che sta tentando di far capolino proprio in questo esatto
istante per i canonici cinque minuti di gloria smorta. Ma è solo un
pensiero, lo so, dunque qualcosa di inconsistente. Non cadrò di
certo ora in questa sciocca tentazione.
Non gli
darò questa soddisfazione, no.
Eppure
ciò che ho innescato io è qualcosa di altrettanto potente e
distruttivo ma a differenza del Fermi l'ho innescato in me. Anzi a
dire il vero è già esploso da tempo e continua ad esplodere in
questo stesso istante. E so già che non smetterà mai più di farlo.
Ed io esulto. Mi sono ricollegato al cielo, al divino, al
Creatore e mi sono rifondato alle forze della Terra, della
carne, del sangue. Da questa fusione di divino e terrestre è rinato
un James nuovo, il James reale, non più un entità cerebrale ma un
essere animico. La civiltà cerebrale nulla può più su di me e sta
venendo giù che è una bellezza. Tutto ciò che mani dal sudore
differente dal mio, dal nostro hanno costruito tutto intorno sta
crollando...sta svanendo. E non ho dovuto muovere un solo dito. I
miei occhi ora vedono solo ciò che un'Anima è generata per vedere.
Vedo ciò che è autentico, essenziale, necessario, puro. Il resto
non ha più potere attrattivo nei miei confronti, non mi riguarda
più. Lo lascio ai cerebrali.
Questa
mia terra si sta ripulendo e tornando all'innocenza. La natura sta
re-ingigantendo e con lei sempre più anime giorno dopo giorno stanno
risorgendo. Il sole il mattino riesce già a toccare ogni filo d'erba
e a scaldare ogni cuore.
Sono al
corrente di non essere il solo qui in Valle d'Aosta -e altrove- ad
aver varcato la soglia ed essere entrato nel mondo reale. Ma se
ancora qualcosa vi ferma e non volete farvi riconoscere lo capisco e
non vi biasimo. E se ci fossi anche solo tu qui a leggermi, sì
proprio tu, a sentirti parte dello stesso popolo interiore sappi che
tutto ciò che scrivo è per te, è per noi. Confidiamo in noi
stessi. Il mondo capovolto è ora nuovamente posizionato nella sua
corretta posizione. La Terra promessa è già intorno a noi, sotto i
nostri piedi: eco di lotte e profumo di rose ci avvolgono sempre più
da vicino. Stiamo già camminando sulla nostra Eretz. E questa volta
per davvero.
E a tempo
debito ci ritroveremo per mano e ci ricongiungeremo.
Non
affrettiamo le cose.
P.S.
“Perché non scrivi un libro?” mi si dice.
...
Se solo
la gente sapesse quali tesori è capace di dispensare il silenzio!
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